Pubblico o privato ?

Pubblico o privato ? Per i poeti la distinzione non esiste. Pare che le ultime parole in punto di morte di Giacomo Leopardi, rivolte a Ranieri, siano state: “Non ti vedo più…” Come un ultimo struggimento, una perdita attonita. Lui, il poeta del “vedi”, “mira”, e delle visioni infinite, ha detto il culminante vero dolore del morire. Non un fatto privato, individuale, ma di relazione. Non vederti più. Com’è possibile. La poesia ha spesso indagato questo abisso. Nel Paradiso Dante fa esultare le anime quando ricorda che sarà loro restituito il corpo. Esultano perché così potranno vedere le persone amate nelle sembianze care. Nemmeno il paradiso è un posto perfetto finché non si può vedere il viso amato. Nemmeno l’individuo “in paradiso” basta a se stesso. Spesso anche coloro che carezzano una idea nichilista della vita desiderano che se non per loro stessi ci sia per l’amato o l’amata una sponda, un essere per sempre. Lo scrive Leopardi, lo scrive Montale. Non c’è conoscenza se si pretende di staccare la mente dal desiderio e dalle evidenze del cuore. La poesia è sempre un gesto dove movimenti della mente e dell’affectus (come gli antichi chiamano l’energia di legami con la realtà e le persone) si esprimono insieme. Per questo tutte le ideologie, materialiste o spiritualiste, la temono. Riapre sempre il discorso sulla conoscenza. Non sta al gioco di quei sistemi e della loro morale. E punta al problema centrale: vederti sempre, amore mio o essere niente. Dante ha scritto la Commedia per quel che gli bruciava la vita. Il genere di problema di cui quasi nessuno parla in pubblico ma è di tutti. I poeti veri non dividono la vita in cose pubbliche e private. Si pronunciano in tante battaglie della polis perché hanno motivazioni profonde e personali. Accade di recente nei firmatari di “Calpestare l’oblio”, pur con analisi parziali. E accade nell’ira intergra e retta del poeta Piersanti contro l’intellighentzja che appoggia la libertà a Battisti (www.pelagos.it ). La voce della poesia ci parla sempre nel vivo di questioni personali. Che non significa private. Nemmeno la morte è solo un fatto individuale, ma esperienza e verifica suprema di un legame, di un “noi”.